Alessandro Aleotti come all’anagrafe è registrato J-Ax, nasce a Milano nel pieno del segno del Leone, nel 1972.
Comincia giovanissimo a scrivere testi rap e a giocherellare con le rime facendo del freestyle la propria ragione di vita. E proprio quando comincia a scrivere i suoi testi al vetriolo che decide anche di adottare uno pseudonimo e lo sceglie unendo l’iniziale J di Joker (il suo “cattivo” preferito) con Ax, l’iniziale e la finale di Alex, l’abbreviazione del suo nome di battesimo.
Comincia a frequentare il mondo del rap milanese e nel 1990 mentre entrambi sono a una festa hip hop conosce Vito Luca Perrini che la gente già conosce come DJ Jad, piuttosto più grande di lui, il quale nel 1990 diventerà suo compagno di avventure e socio nel duo Articolo 31 che li porterà al successo italiano e internazionale rapidissimamente. I due creeranno una serie di imprese insieme, compresa la crew Spaghetti Funk che dopo lo scioglimento degli Articolo 31 e dei Gemelli Diversi (la band di suo fratello minore Luca) ha perso parecchio del proprio splendore, ma comunque esiste ancora, almeno in linea teorica.
Dopo la carriera con gli Articolo 31 dal 2006 intraprende una carriera solista pubblicando l’album Di sana pianta, completamente scritto, arrangiato e prodotto dallo stesso J-Ax da cui vengono estratti molti singoli di sicuro successo.
Trascorrono altri tre anni ed esce Rap n’Roll che contiene dieci tracce che presentano una perfetta commistione tra quelle che sono le estrazioni rap di J-Ax e basi rock di discreto spessore.
Nello stesso anno esce anche un secondo album, intitolato Deca dance, che costituisce un tributo vero e proprio agli anni ’80 e anche a partire dal nome è un vero e proprio omaggio agli 883.
Entrambi questi album superano le 100.000 copie vendute. Un notevole successo per un artista di musica italiana e non certamente mainstream.
Passano altri due anni ed esce Meglio prima (?) in cui J-Ax torna a scrivere tutto da solo, senza l’utilizzo di basi e campionamenti che vengano da altre opere.
Devono trascorrere altri 4 anni perché finalmente su etichetta Newtopia (l’etichetta creata assieme a Fedez) arrivi l’album di cui parliamo oggi.
I bello di esser brutti è un album che rende contenti i fan di J-Ax, perché corrisponde esattamente a quello che tutti i fan di Aleotti si aspettano. E’ un album di lunghezza cospicua, molto curato dal punto di vista dei testi quanto invece è semplice dal punto di vista musicale, e approfondisce il solco musicale che era già stato intrapreso con il primo dei due album di sei anni prima, cioè quell’unione di rap e di rock che gli permette di cantare sulle basi beat, ma anche di rappare sui riff di chitarra.
Il disco viene anticipato dal singolo Uno di quei giorni che viene cantato in duetto con Nina Zilli, il singolo esce a Dicembre del 2014, quando l’album è già pronto, ma programmato per uscire a fine di Gennaio del 2015. Poche sono le eccezioni nella ventina di tracce del disco, che comunque finiscono tutte nel calderone delle influenze di Ax, i pezzi con cui è cresciuto e che ha sempre dichiarato di amare.
J-Ax apre così un capitolo nuovo della sua vita artistica, dove si definisce arrivato, ancora, per una seconda volta. Ha raggiunto di nuovo le vette delle classifiche ed il successo mediatico, riempiendo club e piazze di tutta Italia. L’ha fatto prima di approdare alla TV, partecipando come coach a The Voice, che non ha fatto altro che rafforzarlo e renderlo ancora più degno di essere motivo di fare notizia. Concetti che Ax conosce bene, da cultore dei social network, con i quali si diverte ad autopromuoversi e grazie ai quali rinfresca puntualmente il suo linguaggio.
Ora, a 42 anni, è un artista risolto, che si può mettere in luce come meglio crede, mostrando tutte le sue forze e debolezze. Lo fa anche attraverso le immagini del booklet dell’album che lo ritraggono in veste di svariati fenomeni da baraccone. Una forma di autoironia, che non è nuova in Ax, ma che in questo disco viene fuori prorompente.
Analizziamo le ben 20 tracce facendole scorrere una per una:
- INTRO – Titolo emblematico in cui Aleotti ci porta nel suo nuovo mondo, quello in cui impara tantissimo la lezione dal suo nuovo compagno di giochi e di viaggio, cioè Fedez e comincia a rappare su un pianoforte morbido morbido. Uno dei pezzi più belli del disco intero, veramente intenso e struggente.
- RIBELLE E BASTA – La citazione degli Skiantos è voluta ed è un bellissimo omaggio a Freak Antony scomparso da così poco. Riff di chitarra potentissimo e come al solito infinite citazioni nel testo. Fila via liscia e fa venire la voglia di farla ripartire.
- LA TANGENZIALE – Festoso invito a una vacanza alternativa, piuttosto che mettersi in fila per andare sempre e solo nei soliti posti.
- SOPRA LA MEDIA – La parabola di uno che parte dalla periferia e va verso zone più borghesi per poi in realtà voler tornare da dove si è venuti. La parabola della carriera di J-Ax, è quasi ovvio. Notevole il riff punk che regge l’intero pezzo, ma notevole anche il video, girato a New York City con la partecipazione di Robert Davi, il cattivo dei Goonies.
- UNO DI QUEI GIORNI – Nonostante l’uscita invernale è sicuramente il pezzo più estivo e solare dell’intero disco, con la meravigliosa partecipazione di Nina Zilli, come precedentemente stavamo dicendo.
- SONO DI MODA – Un vero e proprio inno da stadio in cui narra di come ora anche la critica “seria” si occupi del fenomeno J-Ax. Alessandro si sente arrivato. E forse ha pure un po’ ragione.
- CARAMELLE – Impreziosita dagli arzigogoli vocali che da sempre fanno la fortuna di Giovanni Pellino detto Neffa. Una canzone d’amore per la moglie Elaine ritenuta il porto sicuro in cui tornare.
- HAI ROTTO IL CATSO – Una sentita dedica a tutti quelli che negli anni hanno pensato di dover far le scarpe a qualcuno, nella fattispecie al rapper milanese.
- MISS&MRHYDE – Un’altra canzone che sottolinea la buona simbiosi raggiunta con la compagna della vita, scelta appunto per la notevole somiglianza ma anche per la totale differenza delle esistenze.
- SANTORO E PEYOTE – Feroce critica alla civiltà mediatica, a quella civiltà che prende parte ai talk show e fa ritenere alla massa che quella sia la verità. Bello il riecheggiare chiaramente udibile di Rino Gaetano, che è stato uno dei maestri di Aleotti, avendolo più volte citato e campionato durante la sua lunga carriera.
- ROCK CITY – Uno dei pezzi più anonimi dell’album. Ritratto particolare di una Milano che non è proprio quella da bere.
- TUTTO O NIENTE – La collaborazione qui è con il cantante italo-argentino Emiliano Valverde reclutato a The voice.
- Il BELLO D’ESSER BRUTTI – Pezzo molto simpatico, dal sound molto americano. Piuttosto compiaciuta analisi della propria “quarantennitudine” e di come si sia arrivati a questa età. E’ il classico pezzo in cui lo “zio” dice al mondo che lui fa quello che vuole, sia dal lato pratico che dal lato musicale e lirico.
- OLD SKULL – Impreziosita dalla presenza di Jake La Furia e Gué Pequeno, cioè semplicemente Club Dogo.
- MARIA SALVADOR – Il pezzo che ha fatto ballare tutti quanti per un’intera primavera e un’intera estate. Controverso come solo Aleotti sa essere, ma commerciale alla stessa maniera. Il ritornello cantato da Lorenzo Cilembrini (Il Cile) è un vero e proprio acchiappafantasmi e ha fatto aprire le orecchie a quanti si siano mai chiesti cosa potesse essere una tetraidrorivoluzione.
- BIMBIMINKIA4LIFE – Con la partecipazione del nuovo amico Fedez è una vera e propria dichiarazione di intenti quanto un manifesto di stile.
- NATI COSI’ – Vero e proprio omaggio alla scrittura di Max Pezzali di cui mutua gli stilemi compresi gli accenti spostati al posto sbagliato.
- UN ALTRO VIAGGIO – Sul solco musicale dub creato e sviluppato in Italia da band e collettivi come i 99 Posse, di cui partecipa al brano Valerio Jovine.
- THE PUB SONG – Pezzo scritto dal fratello Weedo (quello dei Gemelli Diversi), fa il verso a Enzo Jannacci di cui Ax è sempre stato un accanito fan.
- L’UOMO COL CAPPELLO – Un altro inno compiaciuto alla propria diversità.
Si rinnova la formula di Ax, differente tra i diversi, outsider tra gli ‘alternativi’, ma con grande capacità di piacere a tutti, in fondo. Una chiave vincente la sua, che lo porta a empatizzare sempre di più con molti degli italiani, che, come lui, si lamentano di come vanno le cose e in fondo non cambiano mai.
Alla prossima.
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